Recensione: La tenuta dei melograni di Vincenza D’Esculapio

Una narrazione coinvolgente, con un linguaggio impeccabile, composto da parole consapevoli, scelte con grande cura dalla scrittrice Vincenza D’Esculapio nel suo romanzo La tenuta dei melograni, sono un toccasana per ogni lettore. La ricostruzione storica è un altro elemento molto ricco e ben presente in questo libro, edito dalla casa editrice campana Homo Scrivens (2022), presentato in anteprima al Salone del libro di Torino nel mese di maggio dell’anno in corso.  Davanti ad una capacità descrittiva di questo altissimo livello non ci si può rimanere indifferenti: da ammirare la forza narrativa dell’autrice, fatta di colpi di scena spettacolari, di sipari storici e di grande valore simbolico.

Il romanzo, La tenuta dei melograni , è ambientato tra la Sicilia (Palermo, Catania e Modica) e Napoli, in cui si presentano gli eventi a partire dal 1837, anno nefasto del colera, e del 1848 con la fondazione della Legione delle Pie Sorelle, personaggi reali (la principessa di Butera, la poetessa Giuseppina Turrisi, intellettuali come Rosina Muzio Salvo),e personaggi immaginari.

   Vincenza D’Esculapio trascina letteralmente il lettore in un viaggio affascinante nel passato, raccontando il Regno di Sicilia, cerniera tra popoli, religioni ed economie, come un vero e proprio caleidoscopio che ritroviamo nella ricchezza delle città, la varietà di riti e della cultura.

   In quel mattino di sole e di luce che inondava le cupole delle chiese la mia Palermo mi apparve ancora più bella del solito. Mentre la carrozza attraversava la città fermai nei miei occhi le piazze, le vie, i lussureggianti giardini che offrono frescura nei caldi pomeriggi estivi. I campanelli delle grandi chiese svettavano da ogni dove mentre i portali di quelle piccole apparivano all’improvviso dai vicoli animati e vocianti. Tutto resterà qui fermo nel tempo.

Brigida Chiaramonte, duchessa D’Acquaviva, fra ricordi e allucinazioni rivede il passato della sua nobile famiglia d’origine siciliana e ne rivive la tormentata storia fino all’ultimo respiro in un grande nodo d’amore che rispecchia la sua femminilità con il desiderio di libertà e di amare. Il legame con le zie permette al lettore di entrare in modo introspettivo nell’anima dei protagonisti, particolarmente in quello delle donne con cui agiscono nell’intreccio fra personalità e coraggio, tra salotti letterari e associazioni, malattie, confessioni e speranze.

Emerge l’abilità di Vincenza D’Esculapio a narrare i paesaggi nei minimi dettagli, al punto da diventare palpabili,  di concedere a sentire sapori e profumi e di ammirare le bellissime sfumature così calorose, tipicamente  del Sud che fanno da filo rosso in tutta la storia. La tenuta dei melograni, rappresenta una nenia siciliana antica, in cui la metafora del melograno si presta ad una molteplicità di significati: abbondanza, prosperità, nonché simbolo massonico.

Rovesciando mappe geografiche e storiche, l’autrice porta al centro ciò che di più profondo si può prosperare, e costruisce un percorso guidato da una chiave di lettura originale ed innovativa, fatto di lucidità e sentimenti veri. Il risultato è un’opera che provoca, stimola e sorprende. La tenuta dei melograni  è un romanzo storico esaltante che allarga lo sguardo e lo sincronizza con le grandi questioni del nostro tempo perché come scrive l’autrice: La vita è così. Il dolore non lo cancelli, si attenua, si trasforma in ricordo.

La tenuta dei melograni di Vincenza D’Esculapio è disponibile in libreria e sul sito della casa editrice:

https://www.homoscrivens.it/product-page/la-tenuta-dei-melograni-vincenza-d-esculapio

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