Recensione: Perché ti ho perduto di Vincenza Alfano

Alda Merini, una poetessa, una scrittrice, un mito, un cuore. È di  questa donna straordinaria che parla il libro della scrittrice/giornalista Vincenza Alfano, Perché ti ho perduto, edito da Giulio Perrone Editore (marzo 2021), raccontando la storia d’amore tra Alda Merini e Giorgio Manganelli. Un amore folle ma vero, tanto vero da far male, ostacolato dalla precoce età di lei, appena quindicenne, e dal matrimonio di lui.

C’è tanta umanità in questo libro, merito della bravura dell’autrice che con estrema cura e delicatezza accompagna il lettore in questo viaggio tra i fatti ed i pensieri della poetessa che ha maggiormente caratterizzato il Novecento in Italia e oltreconfini. Descritto in terza persona con il pieno rispetto per l’autenticità, come spettatrice attenta, Vincenza Alfano scorre nelle esperienze di vita della Merini, si immerge nella sua lucidità e nella follia, si chiude insieme a lei nell’internamento cupo del manicomio, per poi uscire speranzosa nella squisita sensibilità poetica. Capace di avvolgere il lettore con la scrittura, intreccia la ricerca del destino confrontandolo con  la dannazione dell’eternità e con la consapevolezza della malattia, vista attraverso gli occhi di una grande ammiratrice e una scrittrice abile.

Nelle 143 pagine vengono illustrate le varie fasi della passione; dal desiderio carnale all’attesa, dalle tenebre del Naviglio al mondo privo di colori, dalle pillole da ingoiare alle strade da dividere e da condividere, trascinando con sé il lettore nel suo amore e nei suoi abissi. Un percorso necessario per comprendere maggiormente lo stile di Alda Merini e la sua creatività fantastica e irruente. Una donna, simbolo della poesia italiana, icona di libertà e della femminilità; Alda Merini ha dovuto affrontare la follia, anche se forse non era lei ad essere impazzita, ma tutto ciò attorno, racchiuso in una società che non concepiva la libertà di pensiero. In questo libro si entra nel vivo delle poesie d’amore uniche e senza tempo di questa grande poetessa, poesie di genere, grida di libertà, legate al volere di essere, di amare.

Nel manicomio tutto è bianco: le pareti, le lenzuola sui letti, i cuscini,. Sono bianche le stanze allagate di sole. La sua mente è bianca come un foglio vergine, un calendario che ha perso i giorni, un orologio senza lancette. La sua mente è bianca come l’alba e un destino da scrivere tutto daccapo.

Vincenza Alfano diventa complice del pensiero di Alda, della solitudine di chi ha perso tutto e niente, della tristezza e del sorriso; quattro parti dolorosi per poi arrendersi ad una luce concreta e vigile che si trasforma in buio. A fine lettura non si può non sentire gratitudine per questo lavoro così delicato e intenso, a cui Vincenza Alfano ha dedicato anima e tempo con tanto approfondimento, caratterizzato dalla spiccata lucidità visionaria della poetessa accompagnata da una certa inquietudine di sottofondo, espresso da Vincenza  attraverso toni semplici, lineari, limpidi, amabili e dolci che rispecchiano la sua piena stima per ciò che è stato e ciò che rimane. Una lettura piacevole, intensa, che lascia un po’ di amaro in bocca per la cruda realtà, ma gioiosa perché La bellezza non è che il disvelamento di una tenebra caduta e della luce che ne è venuta fuori.

Perché ti ho perduto è disponibile in libreria e sul sito https://www.giulioperroneditore.com/shop/perche-ti-ho-perduto/

Vincenza Alfano è nata e vive a Napoli dove insegna materie letterarie e Latino. Scrive per il «Corriere del Mezzogiorno». Conduce l’Officina delle parole, laboratorio di scrittura creativa. È curatrice di antologie in cento parole per L’Erudita. Ha pubblicato Via da lì (Boopen Led, 2010), Fiction (Photocity, 2011), L’unica ragione (Homo Scrivens, 2012) e il saggio A Napoli con Maurizio de Giovanni (Giulio Perrone Editore, 2015). I suoi ultimi romanzi, Balla solo per me (Giulio Perrone Editore, 2016) e Chiamami Iris (L’Erudita, 2018), sono entrati nella classifica dei libri de «la Lettura» del «Corriere della Sera» nel 2016 e nel 2018.

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